Un ulteriore tassello nel quadro della collaborazione fra rappresentanti dei giornalisti, forze dell’ordine e istituzioni per la difesa del diritto di cronaca, del lavoro dei giornalisti, del diritto dei cittadini ad essere informati. Martedì 20 settembre 2022, nella sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della Stampa italiana, Cnog e Direzione Centrale della Polizia Criminale hanno siglato un nuovo protocollo d’intesa finalizzato a rafforzare la sinergia avviata nell’ambito del Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, presieduto dal ministro dell’Interno, e dell’Organismo permanente di supporto, presieduto dal vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza, direttore centrale della Polizia Criminale, prefetto Vittorio Rizzi.
«Una buona pratica già oggetto di studio e osservazione all’estero che sono certo sarà importata anche in altri Paesi», ha commentato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, rilevando come «del resto non è un caso che l’Osservatorio sulle minacce ai cronisti sia stato citato anche nel Rapporto sullo stato di diritto della Ue». Occorre, però, ha aggiunto Lorusso, che «si vada oltre le buone pratiche, soprattutto sul piano legislativo, per introdurre norme che tutelino meglio i giornalisti durante lo svolgimento del loro lavoro. Che si tratti di uno specifico reato o una aggravante a reati già esistenti, l’auspicio è che governo e parlamento intraprendano finalmente iniziative concrete a tutela dell’informazione».
Per il segretario generale Fnsi, infine, «è necessario continuare a tenere alta l’attenzione anche affinché queste buone pratiche siano da monito per chi pensa di poter intimidire un giornalista che compie il proprio dovere e restare impunito».
Alla firma del protocollo, con il segretario Lorusso, erano presenti anche il presidente del Cnog, Carlo Bartoli; il prefetto Vittorio Rizzi, il direttore del servizio Analisi Criminale, Stefano Delfini, che ha illustrato gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio, relativi al primo semestre 2022.
«I fenomeni vanno studiati per essere contrastati», ha rilevato il presidente Bartoli, rinfrancato dal fatto che i casi di intimidazione ai giornalisti siano in diminuzione, «ma questo – ha detto – non significa che possiamo abbassare la guardia. Il clima non è rassicurante, però i dati dicono che le azioni intraprese funzionano e hanno un effetto sia immediato, sul singolo, che di sistema. La preoccupazione resta: la situazione non è così pesante come nei mesi scorsi, ma non credo ci aspetti un inverno tranquillo e la tendenza a scaricare sui giornalisti le tensioni rimane».
«Molta prudenza nella lettura dei dati» l’ha espressa anche il prefetto Rizzi, per il quale alla luce dell’attività pluriennale del Centro di coordinamento «sono maturi i tempi per un upgrading dell’analisi dei dati che consenta anche di approfondire quante e quali variabili incidono sul fenomeno», ha ribadito, evidenziato l’importanza del contrasto ai fenomeni di odio, nell’ambito del quale rientrano le minacce ai giornalisti, pure in vista delle sfide che innovazioni come ad esempio il metaverso già pongono a chi ha il compito di difendere la sicurezza dei cittadini.
«Confido – ha quindi concluso il vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza – che il prossimo vertice politico raccolga le istanze che vengono dal mondo del giornalismo nel senso di dare risposte alle richieste di intervento normativo a tutela della libertà di informazione. E intanto rinnoviamo la collaborazione con i rappresentanti della categoria che spero possa crescere nei contenuti ed efficacia».
Il nuovo accordo, la cui esecuzione sarà seguita dal Servizio Analisi Criminale, ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, consentirà di individuare temi ed eventi di formazione congiunta fra rappresentanti delle Forze di polizia e professionisti dell’informazione, nell’ottica di uno scambio reciproco e continuo di informazioni.