sabato, Maggio 18

Agenzia Dire annuncia licenziamenti, giornalisti di nuovo in sciopero. Asu solidale con i colleghi al cui fianco si schiera la Fnsi

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Due giorni di astensione dal lavoro ieri e oggi 11 ottobre. «Sotto ricatto non si tratta», denuncia il sindacato.

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L’Associazione Stampa Umbra si associa alla Federazione Nazionale della Stampa italiana nell’esprimere solidarietà ai colleghi dell’agenzia Dire che hanno proclamato sciopero ieri, martedì 10 ottobre, dopo che l’azienda ha comunicato alle rappresentanze sindacali la decisione di non ritirare la procedura di licenziamento di 15 giornalisti (oltre a 13 grafici), sciopero che proseguirà anche nella giornata di oggi.

Di seguito il comunicato della Fnsi: «Questi licenziamenti – denuncia il sindacato – sono illegittimi e immotivati, visto anche il decreto per le agenzie di stampa che partirà a gennaio e che garantirà risorse statali a tutte le agenzie nazionali, come la Dire. Per questo motivo la Fnsi continuerà ad affiancare i colleghi in ogni sede ribadendo, come è stato fatto oggi, che prima si ritira la procedura di licenziamento e poi si avvia un confronto sul futuro dell’agenzia: sotto ricatto non si tratta».

Ecco di seguito il comunicato dell’Assemblea dei redattori pubblicato anche sul sito web dell’agenzia.

L’azienda conferma licenziamenti, di nuovo in sciopero i giornalisti dell’agenzia Dire
I giornalisti dell’agenzia Dire proclamano lo sciopero immediato per la restante parte della giornata di oggi e per tutta la giornata di domani, mercoledì 11 ottobre, alla luce dell’esito negativo dell’incontro che si è svolto stamattina tra la delegazione dei lavoratori e l’azienda e in risposta all’atteggiamento di chiusura della stessa.
Il Cdr e le rappresentanze sindacali, nel corso della riunione, hanno chiesto all’azienda il ritiro della procedura di licenziamento collettivo di 28 dipendenti annunciato a fine settembre, ritenendola illegittima e immotivata, ma la richiesta non è stata accolta.
L’Assemblea dei redattori ha deciso pertanto di proclamare lo sciopero immediato in risposta alla chiusura dell’azienda, ribadendo che trova la strada intrapresa incomprensibile e inaccettabile soprattutto perché arriva a un passo dall’entrata in vigore del nuovo decreto del governo per i finanziamenti alle agenzie di stampa.

 

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