L’Associazione Stampa Umbra e il consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, registrano con preoccupazione il moltiplicarsi di “avvertimenti”, querele e citazioni civili con richieste di risarcimento a danno dei giornalisti ed individuano in tali comportamenti un evidente tentativo di limitarne l’attività. Iniziative quasi sempre strumentali, compromettono un diritto essenziale in democrazia, a danno del cittadino utente.
Denunciano l’episodio che in questi giorni ha visto protagonista il giornalista Enzo Beretta, raggiunto da una minacciosa ed esosa richiesta di risarcimento danni solo perché ha riferito in cronaca dei contenuti di una vicenda relativa ad un procedimento che riguardava un importante imprenditore in passato protagonista di vicende giudiziarie molto complesse. Episodio che si aggiunge ad una lunga e preoccupante lista. Nel sottolineare come questi atteggiamenti non abbiano altro scopo che di <avvertire> preventivamente il cronista sui pericoli a cui andrebbe incontro scontrandosi con chi evidentemente ha forza e risorse per tentare di mettere bavagli a chi ha il dovere della completezza dell’informazione, l’Asu e l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria esprimono la più totale e convinta solidarietà al collega Enzo Beretta e fanno appello al senso di responsabilità di chi è chiamato a rappresentare le istituzioni democratiche, affinché si eriga un argine nei confronti di chi adotta simili comportamenti lesivi della correttezza dell’informazione.
Asu e Ordine dell’Umbria segnalano tale ulteriore episodio all’osservatorio sui giornalisti minacciati “Ossigeno per l’Informazione” e registrano che in questi anni questo fenomeno si è ulteriormente aggravato in tutta Italia, tanto che i risarcimenti richiesti ai giornalisti raggiungono cifre di diverse centinaia di milioni di euro, mettendo in seria difficoltà, fino all’autocensura, intere redazioni costrette a subire le pressioni delle loro aziende, preoccupate degli effetti possibili di tali richieste. Tutto ciò diventa oltremodo preoccupante in una piccola regione come l’Umbria dove anche le realtà editoriali sono più fragili e la crisi è oltremodo pesante. Per tali ragioni si invitano tutti gli organismi della categoria a farsi partecipe di iniziative che riportino la questione all’ordine del giorno del Parlamento per riavviare l’iter di una riforma di una materia complessa in cui oltre a tutelare le persone offese si salvaguardi il diritto alla manifestazione del pensiero ed alla crescita culturale dell’intera comunità, facendo proprio quanto affermato dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo “non soltanto le informazioni o le opinioni accolte con favore o considerate inoffensive o indifferenti, ma anche l’informazione e le opinioni che urtano, o inquietano; ciò è richiesto dal pluralismo, dalla tolleranza e dallo spirito di apertura senza i quali non si ha una società democratica”.