La Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, ha inviato una lettera ai Ministeri vigilanti, Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri, al presidente della Commissione parlamentare di controllo sugli Enti, Sergio Puglia, e alla Corte dei Conti per segnalare le gravi conseguenze sui conti dell’Istituto delle misure in tema di prepensionamenti inserite nel disegno di legge di Bilancio per il 2020 all’esame del Senato. La norma proposta stanzia nuovi fondi, a carico del bilancio dello Stato, per finanziare un nuovo ciclo di uscite anticipate per i giornalisti. Le cifre stanziate comporteranno l’uscita dal lavoro di circa 120 giornalisti nel solo 2020 con una perdita di contributi per l’Inpgi di almeno 4,5 milioni all’anno. Non solo. La norma inserita nella legge di stabilità prevede inoltre che a fronte delle uscite, le aziende possano assumere anche soggetti privi di status giornalistico, quindi non assicurabili all’Inpgi, che siano “in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”.
In pratica dalle redazioni usciranno giornalisti che saranno sostituiti in parte da non giornalisti: di fatto un attacco alla professione.
E questo mentre il Consiglio di amministrazione dell’Ente è impegnato, come prevede la legge 58/2019 del 30 giugno scorso, a mettere in atto ulteriori misure volte al contenimento della
spesa e all’incremento delle entrate in attesa dell’allargamento della platea previsto dalla stessa legge nel 2023.
“Ai nostri interlocutori istituzionali chiedo – ha detto la Presidente Macelloni – come è possibile per l’Istituto rispettare una legge che chiede di ridurre le spese e aumentare le entrate mentre con un altro provvedimento il Governo impone allo stesso Istituto una ulteriore riduzione di iscritti e di entrate contributive senza neppure il conforto di nuove assunzioni giornalistiche”.
Una simile prospettiva non può che portare un significativo ed estremamente grave peggioramento del saldo di bilancio dell’Ente dagli effetti potenzialmente devastanti sulla tenuta dei conti in funzione della sostenibilità del sistema. “Siamo i primi testimoni della crisi dell’editoria, i cui effetti sono evidenti nei nostri conti da oltre un decennio – ha aggiunto la Presidente – e quindi certo non possiamo negare l’esigenza di una nuova fase di ristrutturazione del settore. Riteniamo però indispensabile che tali misure vengano necessariamente coordinate con il processo di allargamento della platea degli iscritti all’Inpgi in modo da poter rafforzare il flusso finanziario della gestione previdenziale e rendere sostenibili anche gli effetti delle nuove uscite”.