venerdì, Maggio 3

Caso Scurati, Usigrai: «Il controllo dei vertici Rai sull’informazione si fa ogni giorno più asfissiante»

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Il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico interviene con un comunicato, andato in onda domenica 21 aprile 2024, per stigmatizzare la decisione dell’azienda di cancellare l’intervento dello scrittore previsto nella puntata di ‘Che sarà’, su Rai3, di sabato 20. E rivolge una lettera aperta all’amministratore delegato, Roberto Sergio: «Non è mai tardi per cambiare rotta».
«Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori». Inizia così il comunicato sindacale dell’Usigrai andato in onda in tutte le principali edizioni dei Tg e dei Gr della Rai domenica 21 aprile 2024, all’indomani della decisione dell’azienda di cancellare l’intervento dello scrittore previsto nella puntata di ‘Che sarà’ di sabato 20 aprile.

«La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti», prosegue il comunicato.

«Siamo di fronte ad un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico», incalza l’Usigrai, che conclude: «L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. Gentili telespettatori, noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale».

«La Rai silenzia Antonio Scurati nel programma di Serena Bortone», è «l’ennesimo segnale di una Rai dove si contrasta ogni espressione culturale sgradita a chi governa», aveva subito denunciato il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, che – sempre domenica 21 aprile – ha anche rivolto una lettera aperta all’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.

Ecco di seguito il testo.

Gentile Amministratore Delegato,
leggiamo un suo colloquio pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa in merito alla censura del monologo di Antonio Scurati. Il titolo le attribuisce questo virgolettato: «Vogliono distruggere la Rai. Ora chi ha sbagliato paghi. Nessuno mi ha informato di cosa stava accadendo».
Se vuol difendere l’azienda, lei ha il dovere di dire chi la vuole distruggere. E di difenderla.
Anche perché quello che sta accadendo oggi è il frutto prevedibile delle scelte assunte in questi mesi.
Per questo noi abbiamo il dovere di ricordarle che il suo primo atto come AD è stato quello di nominare Direttore generale una persona che ha definito l’antifascismo nel 2019 «una caricatura paradossale».
E dobbiamo ricordarle che – solo per limitarci agli ultimi giorni – all’interno della direzione Approfondimento sono state prese decisioni che minano la credibilità e l’autorevolezza della Rai. Dalla scelta di parlare di aborto a Porta a Porta con 8 ospiti tutti uomini, alla decisione di cancellare metà delle repliche estive di Report. E ora la cancellazione del contratto ad Antonio Scurati per “motivazioni editoriali”.
Così come dobbiamo ricordare che il Direttore dell’approfondimento è stato scelto da lei.
E non ci sono state conseguenze quando sul palco di Atreju ha definito Fratelli d’Italia “il nostro partito”.
Ma non è mai tardi per cambiare rotta. Quindi restiamo in attesa degli annunciati «provvedimenti drastici».
Anche perché, gentile Amministratore Delegato, temiamo che non l’abbiano informata nemmeno in merito alla replica dell’Azienda al comunicato sindacale Usigrai letto oggi nelle principali edizioni dei telegiornali.
La replica parla di «tentativo di strumentalizzare con polemiche sterili un caso montato sul nulla», mentre lei sulla Stampa la definisce «una questione che non può finire qui» e annuncia «provvedimenti drastici». Qual è quindi la valutazione aziendale?
Esecutivo Usigrai

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