sabato, Ottobre 5

Il Gus Umbria in risposta al comunicato pubblicato dal Gus nazionale il 6 aprile

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Il Gus Umbria, che ha recentemente rinnovato a seguito di regolari e trasparenti elezioni i suoi organismi, come è facilmente reperibile, rigetta al mittente in maniera netta e decisa i contenuti del comunicato emesso dalla giunta del Gus nazionale in data 6 aprile. Le considerazioni lette nel comunicato lasciano interdetti e provocano un profondo senso di irritazione e sconcerto per i toni usati ma soprattutto per le argomentazioni pretestuose addotte dal presidente e dalla giunta del Gus nazionale. Il Gus Umbria è un organismo regolarmente e legittimamente funzionante, eletto dagli iscritti ad Asu e Gus stesso, in questi anni ha prodotto una serie di iniziative di grande spessore, prima fra tutte quella della definizione di un profilo per i giornalisti degli uffici stampa, mai tratteggiato prima a livello nazionale. Tale iniziativa, conseguente ad un protocollo d’intesa fra Asu, Ordine dei giornalisti dell’Umbria, Gus, Upi e Anci Umbria, ha ricevuto gli elogi della Fnsi e le attenzioni a livello nazionale, come certamente la giunta e il suo presidente avranno avuto modo di constatare. Tali atti vennero ufficializzati in un convegno a Perugia, al quale il presidente del Gus Nazionale venne ufficialmente invitato, salvo poi non presentarsi e non comunicare a nessuno la sua assenza. Al nostro indirizzo e a quello dell’Assostampa Umbria non risulta mai negli ultimi dieci anni giunta alcuna comunicazione di nessun tipo da parte del Gus nazionale che dovrebbe essere invece l’organismo di raccordo dei Gus regionali. Il Gus Umbria ha seguito in questi anni tutte le principali criticità in Umbria, fra le tantissime crisi che si sono aperte e che si stanno aprendo nel settore giornalistico e sulle quali mai si è avvertito il sostegno del Gus nazionale, forse più ripiegato sulle questioni romane che su quelle delle periferie. Il Gus Umbria, insieme all’Asu, ha affrontato e risolto vertenze delicatissime cercando sempre di dialogare e di offrire un apporto costruttivo alla soluzione dei problemi, nel solco di una cultura del lavoro e del rispetto per la persona umana che non può e non deve mancare mai. Potremmo citare altre decine e decine di situazioni nelle quali il Gus è intervenuto anche oltre, a volte, le proprie finalità di gruppo di specializzazione, ma lo abbiamo fatto sempre per il grande rispetto dei colleghi e il profondo senso di responsabilità che ci anima. Cose che non abbiamo purtroppo trovato nel comunicato diffuso in aprile.

Imperdonabile è infatti la scelta di mettere sotto accusa pubblicamente colleghi giornalisti diffondendo un comunicato stampa nel quale si accusano di enormi malefatte senza documentarsi preventivamente, senza alcun preavviso, né contraddittorio, “condannando in contumacia” dei professionisti e delle persone dipinte, in maniera scorretta e arrogante, come “mascalzoni” a livello pubblico. Crediamo che sia necessario che qualcuno si assuma la responsabilità di quanto affermato poiché al Gus Umbria fanno riferimento molti colleghi degli uffici stampa e quel comunicato può screditare l’immagine sia del Gus che di ciascuno dei suoi componenti agli occhi dei colleghi depotenziandone credibilità ed efficacia.

Gravissime e gratuite sono poi le accuse di esserci mossi come soggetto autonomo utilizzando impropriamente il logo del Gus e di non aver comunicato le nostre iniziative. Le iniziative sono pubbliche, non è nostro costume fare attività riservata a pochi intimi e nel silenzio delle stanze, pertanto era ed è assolutamente rintracciabile ogni iniziativa del Gus Umbria.

Ancor più gravi, ove possibile, risultano alcune affermazioni, considerando che nello statuto nazionale non vi è alcuna previsione rispetto a tutto ciò che viene asserito dal presidente ed avallato dalla giunta, cosa che fa sorgere un doppio interrogativo sulla superficialità con la quale si è redatto il comunicato e sulla sostanziale scarsa conoscenza delle norme statutarie.

Sotto questo profilo di enorme gravità è l’affermazione: “Per opportuna conoscenza è bene ricordare che esiste un atto notarile che riconduce la costituzione del Gus, sia direttamente che indirettamente, ad alcuni giornalisti che sono stati e sono parte attiva del gruppo”. Tale passaggio inquietante e sibillino è del tutto fuori luogo, poco comprensibile ed offensivo, al pari delle altre considerazioni riportate, nonché potenzialmente lesivo dell’immagine e della onorabilità del Gus Umbria.

Un capitolo a parte riguarda i versamenti delle quote. Premesso che si tratterebbe di cifre del tutto irrisorie, si sottolinea che nessuna comunicazione o richiesta ufficiale è mai giunta al Gus e all’Assostampa in dieci anni di attività, ma ancora più grave diventa la questione quando si considera lo statuto nazionale il quale afferma che al consiglio direttivo compete fra le altre cose di stabilire sentiti i GUS regionali e interregionali, i contributi ordinari e straordinari a carico dei soci”. Ebbene, in dieci anni di attività al Gus Umbria e all’Assostampa non è mai pervenuta alcuna comunicazione o richiesta di consultazione da parte del Gus nazionale. Pertanto sarebbe quanto meno doveroso e opportuno chiarire l’entità delle quote dovute, la natura di tali quote e le finalità, visto che, sempre a norma di statuto, al consiglio compete anche di “amministrare il patrimonio del Gruppo”. Come Gus Umbria chiediamo pertanto di conoscere i bilanci del Gus nazionale, l’ammontare delle somme ricevute dai versamenti quote dei Gus regionali, l’utilizzo di tali risorse e il quadro completo delle attività che il Gus nazionale ha svolto a favore dei giornalisti degli uffici stampa italiani e a sostegno delle innumerevoli situazioni di crisi, sfruttamento, ricatto, precarietà che esistono in tutta Italia e che stanno progressivamente aumentando. La questione della obbligatorietà delle quote ci lascia inoltre molto perplessi. I Gus sono infatti gruppi di specializzazione e non organismi sindacali, essi possono essere finanziati direttamente dall’organismo sindacale e comunque le risorse introitate con il tesseramento rimangono, almeno in Umbria, a disposizione del sindacato nel caso di scioglimento del gruppo. Chiedere quote ai Gus locali, soprattutto per quelli delle regioni più piccole, può significare inoltre sottrarre risorse importanti, ancorché in assoluto contenute, per le attività e per le spese necessarie al funzionamento. Crediamo pertanto assolutamente inderogabile aprire un immediato confronto su questa questione che merita approfondimenti e chiarezza e che ci sforzeremo di far diventare patrimonio di tutti i Gus attivi in Italia.

Il Direttivo del GUS Umbria

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