Il 28 maggio ricorre il giorno in cui a 33 anni Walter Tobagi fu ucciso da un gruppo di terroristi. Tobagi era nato a Spoleto, era un giornalista, faceva questo lavoro e lo faceva con competenza, serietà e passione.
Lo hanno ucciso perché non gradivano ciò che scriveva, è una morte sul lavoro ma è anche peggio di quella, perché non fu in incidente, fu un assassinio. A Tobagi sono dedicate vie, piazze, luoghi, la Fnsi ha la sua sala che porta il suo nome, tanti altri lo hanno ricordato negli anni con numerose intitolazioni.
Di Walter Tobagi hanno ucciso il corpo ma non l’anima, non l’insegnamento. Quelli sono rimasti vivi fino ai nostri giorni a ricordarci che chi uccide colui di cui non gradisce le idee è un perdente e chi muore per raccontare la verità diventa un testimone scomodo per sempre.
Il Presidente Asu
Massimiliano Cinque