venerdì, Marzo 29

Poligrafici Editoriale, i giornalisti anticipano lo sciopero al 25 e 26 ottobre. La solidarietà della Fnsi

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«È solo la prima di una serie di iniziative per richiamare l’attenzione sul nostro Gruppo e sulle scelte strategiche sbagliate di Andrea Riffeser Monti, nostro editore e presidente della Fieg», annunciano i Cdr. Lorusso: «Questa vertenza è l’emblema di un settore che rischia di morire schiacciato da una politica di tagli che va avanti da almeno un decennio». Il 28 ottobre manifestazione a Bologna.

Il Coordinamento dei Comitati di redazione della Poligrafici Editoriale (Qn; Quotidiano.net; il Resto del Carlino; La Nazione; Il Giorno)  ha deciso di proclamare sciopero immediato nelle giornate di domani, venerdì 25 ottobre, e dopodomani, sabato 26 ottobre, «anche alla luce dell’impossibilità di trovare le condizioni per sedersi nuovamente a un tavolo con l’azienda».

Secondo i Comitati di redazione, «non sono sufficienti le promesse di riaprire la discussione sul Piano di riorganizzazione presentato martedì dall’azienda. Da mesi – si legge in una nota dei Cdr – le redazioni subiscono le conseguenze di scelte scellerate da parte dei vertici aziendali, culminate nel varo della nuova grafica e nella presentazione appunto di un Piano che prevede solo tagli al corpo giornalistico e nessun investimento o rilancio, ad esempio su internet. Oltre a comportamenti vessatori e ritorsivi nei confronti di giornalisti. A questo punto lo sciopero immediato di art. 1, 2, 12, 35, 36, co.co.co e collaboratori è inevitabile».

«Le redazioni internet – proseguono i Comitati di redazione – si asterranno dal lavoro dalla 1 di venerdì alla 1 di domenica. Ma è solo la prima di una serie di iniziative per richiamare l’attenzione sul nostro Gruppo e sulle scelte strategiche sbagliate di Andrea Riffeser Monti, nostro editore e presidente della Fieg. Lunedì 28 ottobre alle 15 è prevista a Bologna, davanti alla sede del Carlino in via Mattei 106, una manifestazione per richiamare l’attenzione sulle difficoltà del nostro Gruppo che sono l’emblema dei problemi che vive il settore dell’editoria. Inviteremo istituzioni, rappresentanti delle associazioni stampa di diverse regioni e sindacati che potranno confrontarsi con i giornalisti. A Bologna ci saranno delegazioni di tutte le testate del Gruppo. Sono quindi anticipate le giornate di sciopero di domenica 27 ottobre e lunedì 28 ottobre».

Al fianco dei giornalisti la Federazione nazionale della Stampa italiana che, con il segretario generale Raffaele Lorusso, esprime «piena solidarietà ai giornalisti della Poligrafici editoriale, alle ragioni della loro protesta e alle loro azioni di lotta, a partire dallo sciopero nelle giornate di domani e sabato. Al di là di questioni di natura prettamente aziendale – incalza –, questa vertenza rappresenta l’emblema di un settore che rischia di morire schiacciato da una politica di tagli che va avanti ininterrottamente da almeno un decennio. Sarà sicuramente un caso, ma non può passare inosservata la circostanza che l’annuncio da parte dell’azienda di nuovi e pesanti sacrifici, come del resto i licenziamenti annunciati dall’editore di Askanews, sia arrivato in concomitanza con le voci di possibili nuovi stanziamenti di risorse da parte del governo per sostenere i pensionamenti anticipati dei giornalisti. In pratica, la riproposizione di uno schema che negli ultimi dieci anni ha impoverito la professione e l’informazione italiana, allargando a dismisura l’area del lavoro precario e provocando il dissesto dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani».

Quello stesso istituto, aggiunge Lorusso, «la cui messa in sicurezza, più volte annunciata dal governo, ma non ancora realizzata, è la condizione necessaria per salvaguardare l’autonomia e l’indipendenza della professione. Non si può difendere il pluralismo dell’informazione a parole e nei fatti sostenere con denaro pubblico misure, come i tagli indiscriminati, per l’appunto, che vanno nella direzione opposta. Serve un confronto a tutto campo fra parti sociali e governo: partendo dall’allargamento della platea dell’Inpgi, occorre ragionare contestualmente di ristrutturazione, rilancio del settore e lotta al lavoro precario, che ormai è diventato il tratto distintivo del settore».

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Qn, il Resto del Carlino, Il Giorno e Q.net in sciopero il 27 e 28 ottobre. Il sindacato al fianco dei colleghi
«Da oggi in poi saremo impegnati nel pubblicizzare la malagestione delle nostre storiche testate», annunciano i Cdr, che, dopo la presentazione del piano di riorganizzazione e il varo della nuova grafica, lamentano «la totale incapacità di organizzazione e strategia da parte dei vertici aziendali». La Fnsi e Associazioni regionali di Stampa: «Dall’editore proposte irricevibili».

I Comitati di redazione di Qn, il Resto del Carlino, Il Giorno e Q.net hanno deciso di proclamare due giorni di sciopero nelle giornate di domenica 27 ottobre e lunedì 28 ottobre. «Si tratta – spiegano i giornalisti in una nota – di una decisione irrevocabile dopo la presentazione del piano di riorganizzazione aziendale illustrato a Bologna ai Cdr, piano che segue giornate devastanti e di estrema difficoltà a seguito del varo della nuova grafica e della soppressione del Qs».

Nelle ultime settimane, proseguono i giornalisti, «ancora una volta abbiamo registrato la totale incapacità di organizzazione e strategia da parte dei vertici aziendali che sta provocando danni irreparabili alle nostre testate. Il piano di riorganizzazione – aggiungono – prevede dal primo gennaio 2020 la richiesta di un contratto di solidarietà spropositato: 48 giorni all’anno concentrati in sei mesi, che di fatto sono otto giorni ogni mese, da gennaio a marzo e da ottobre a dicembre, sia nel 2020 sia nel 2021. Oltre alla richiesta di uno smaltimento ferie forzato nei restanti sei mesi. L’azienda vuole poi il mancato godimento delle corte durante i mesi di solidarietà».

Tutto questo, incalzano i Cdr, «metterebbe a rischio l’operatività delle redazioni e renderebbe impossibile la realizzazione dei giornali e dei siti web. Il piano, che prevede 112 esuberi su 283 redattori a livello di gruppo,  potrebbe essere affiancato dall’accorpamento di edizioni e dalla chiusura di redazioni, oltre alla trasformazione dei colleghi della redazione di Roma in articoli 2».

I giornalisti del gruppo, si legge ancora, «sono stremati da una rivoluzione grafica che ha impoverito il giornale, aggravato i carichi di lavoro, affamato collaboratori e corrispondenti, alcuni dei quali non raggiungeranno il tetto minimo dei pezzi. Questi drastici cambiamenti hanno, inoltre, provocato le proteste di tantissimi storici lettori. Nella realizzazione di questa nuova grafica i giornalisti non sono stati coinvolti e i risultati si vedono: pagine non chiare, articoli illeggibili per la diminuzione della dimensione dei caratteri e contenuti molto più scarsi, che rischiano di impoverirsi ulteriormente per il taglio dei fotografi».

I Cdr, concludono i giornalisti, «sono molto preoccupati per come viene gestita l’azienda e per le ricadute di queste decisioni scellerate sui nostri giornali, senza proporre ai tavoli sindacali progetti alternativi ad esempio di sviluppo dei portali internet e dell’informazione digitale. Dai manager del gruppo continuano ad arrivare solo poche idee e molto confuse per tagliare i nostri stipendi. Da oggi in poi saremo impegnati nel pubblicizzare la malagestione delle nostre storiche testate in tutta Italia con assemblee e comunicati stampa, fino a quando dalla Poligrafici Editoriale, gestita dal presidente degli editori della Fieg Andrea Riffeser Monti, non arriveranno idee e progetti all’altezza della storia delle nostre testate, del nostro lavoro e del rispetto dei nostri lettori».

«A tutto il corpo redazionale vorrei precisare che il varo della nuova grafica non sta provocando alcun danno irreparabile come raccontato dai Comitati di redazione e come testimoniato dai dati diffusionali che registrano, al contrario, un dato positivo. Tali dati dimostrano ancora una volta l’infondatezza e la pretestuosità delle affermazioni del sindacato», è la risposta di Andrea Riffeser Monti alla proclamazione dello sciopero da parte dei giornalisti.

«Visto che sono stato citato 3 volte negli ultimi comunicati sindacali – prosegue l’editore – nei quali mi si accusa di intromettermi nel progetto della nuova grafica, vi confermo che tale progetto è stato affidato allo studio Tomo Tomo in collaborazione con i dirigenti e i colleghi interni al Gruppo e al coordinatore del progetto mio figlio dott. Bruno Riffeser Monti che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto. Il varo pochi giorni fa di questo progetto ha consentito il rinnovamento grafico che si accompagna ad una strategia ben definita che ha riguardato tra gli altri lo ‘splittamento’ dello sport oltre che la facilitazione della condivisione dei contenuti carta/web. Ben consci che l’azienda continuerà ad investire nella valorizzazione dell’informazione, anche on-line. Tali scelte sono tutt’altro che indefinite e rispondono a delle logiche precise e strategiche e non sono altro che finalizzate esclusivamente a garantire un futuro e un rinnovamento per le nostre testate in un’ottica di continuità. Per quanto riguarda la trattativa sullo stato di crisi posso solo dirvi che ha sempre indirizzato i miei manager a tenere relazioni industriali improntate sul rispetto reciproco e sulla massima trasparenza, raccontando al tavolo delle trattative la reale situazione in cui versa il nostro Gruppo, consci del fatto che solo attraverso la rappresentazione veritiera della realtà, si possano successivamente condividere le scelte e le strategie per il futuro».

Al fianco dei giornalisti della Poligrafici Editoriale si schierano la Giunta Esecutiva della Federazione nazionale della Stampa italiana e la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa. «Questa vertenza – denunciano– rappresenta lo snodo di una crisi dell’editoria che per affrontare i problemi della categoria fa ancora perno sulla riduzione del costo del lavoro e sui prepensionamenti, senza proporre idee per il rilancio delle redazioni e senza considerare i giornalisti come unica vera risorsa del settore. Il piano dell’editore Andrea Riffeser Monti, che ancora una volta fa pesare sulle spalle dei giornalisti la crisi del settore e alcune scelte scellerate del gruppo, contiene non solo irricevibili proposte di tagli alle buste paga, ma ancor più irricevibili deroghe al contratto nazionale di lavoro, con la cancellazione di diritti fondamentali».

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